Sommario
Siracusa è una città stupenda, camminando per Ortigia, si respira aria di Magna Grecia, il mare è ovunque come la storia e la buona cucina, le persone sono gentilissime e disponibili. Credo che tre giorni nel capoluogo siculo siano sufficienti, sia che facciano parte di un tour on the road della Sicilia, sia come gita di pochi giorni per cambiare aria e ricaricare le energie nel migliore dei modi.
Il fascino di Siracusa cambia con le stagioni rimanendo sempre enorme. Se si decide di visitarla durante i mesi estivi, può anche essere un’ottima base per fare una vacanza di mare, a pochi km infatti vi sono bellissime spiagge; potendo scegliere sconsiglio luglio ed agosto e consiglio giugno e settembre: in alta stagione infatti le temperature, il sovraffollamento ed il traffico potrebbero ostacolare lo spirito avventuroso mentre invece a settembre e giugno le strade sono più libere, le temperature più piacevoli e le spiagge più tranquille. Ad ogni modo ogni periodo è buono per visitare questa città.
Siracusa è un posto che mi ha stregata. Passeggiando fra i vicoli di Ortigia sento e vedo la storia ancora presente con una continuità naturale.
Le leggende greche, la commistione culturale, tradizioni e storie più o meno realistiche rendono questa città magica; la cultura è ovunque: nei nomi delle cose, nelle iconografie degli oggetti, nelle leggende e nella gente che ne porta fiera l’eredità.
Di Siracusa ci parlano Platone e Cicerone, a Siracusa nacque Archimede, vi passeggiava Caravaggio tanto tempo dopo. Fu una città importantissima della Magna Grecia con i greci/siciliani che, per sentirsi più vicini alla loro madre patria e colmare la nostalgia, narravano leggende che avvicinavano Grecia e Sicilia come la meravigliosa storia di Aretusa e Alfeo.
BREVE STORIA
La zona dell’attuale Siracusa fu abitata fin dal neolitico. Lo storico ateniese Tucidide fa risalire la fondazione della città al 733 a.C. da parte dei Corinzi che cacciarono le popolazioni sicule lì residenti.
Da qui ha inizio una secolare storia greca che renderà Siracusa una polis importantissima; al centro delle guerre Greco-Puniche per il controllo del Mediterraneo Occidentale, Siracusa, schierata con Sparta, ricevette l’offensiva degli ateniesi che volevano il controllo di quella parte del Mediterraneo durante la Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.).
Nel 212 a.C. i Romani conquistano la città ponendo fine alla secolare egemonia greca e depredano gran parte del patrimonio artistico portandolo a Roma.
Questo fu il primo avvicinamento della cultura latina a quella greca e, invece di distruggere i reperti, i romani li conservarono in un tempio dando vita, probabilmente, ad uno dei primi musei archeologici di Roma.
Anche in epoca romana Siracusa rimane una città molto importante, la eleggono capitale della Sicilia Romana. Con l’arrivo della religione cristiana nacque l’importante sistema di catacombe fruibile ancora oggi.
Nel V secolo finisce la dominazione romana e Siracusa entra a far parte dell’impero Bizantino, ne fu anche capitale per un breve e felice periodo. A fine 800 la città cade sotto la dominazione araba.
Alla fine dell’anno 1000 la dominazione araba cede il passo a quella Normanna.
Nei secoli che si succedettero Siracusa fu ambita da tanti popoli diversi e, dopo una breve esperienza indipendente grazie ai Vespri Siciliani, verso il 1300 passò sotto la dominazione aragonese e poi fece parte del Regno di Sicilia.
Nel 1734, dopo una breve dominazione austriaca, iniziò il periodo borbonico che si conclude nel 1860 con la nascita del Regno d’Italia.
LA CITTÀ
Per iniziare, questo è un link per scaricare una mappa di Siracusa ed Ortigia molto ben fatta e poter seguire meglio l’articolo.
Siracusa in passato era tutta dentro Ortigia, la parte costruita fuori dall’isola è “recente”.
Nel 1693 ci fu un terribile terremoto che distrusse molte parti del centro, per questo oggi vediamo una predominanza dello stile barocco.
Le facciate delle architetture di Siracusa sono spesso color bianco, uno skyline inconfondibile dato dalla pietra con cui sono state erette, la pietra giuggiulena.
Non posso consigliare zone di Ortigia da visitare perché è tutta meravigliosa ed è piccolina (1km quadrato).
Si può solo passeggiare da una parte all’altra più e più volte per non perdersi nessun dettaglio, finirete sempre in bellissime piazze passando da stradine pittoresche di quest’isola dedicata ad Artemide.
Imperdibili la fontana di Diana/Artemide, il Duomo (antico tempio di Minerva/Atene) e la sua omonima piazza, la chiesa di Santa Lucia alla Badia che racchiude “Il seppellimento di S. Lucia” di Caravaggio, il mercato e la fonte Aretusa da cui si gode di uno dei più bei tramonti della città.
LA FONTE ARETUSA
Questo laghetto di acqua dolce a due passi dal mare, nasce da una sorgente sotterranea e getta le sue acque proprio in mare.
Questo posto ispirò la bellissima leggenda di Aretusa e Alfeo. Si narra che Alfeo, figlio di Oceano, si innamorò di Aretusa, una ninfa al seguito della dea Artemide.
Vedendola fare il bagno nel fiume di cui era la divinità, nel Peloponneso, Alfeo uscì dalle acque personificandosi in un bel giovanotto e iniziò a rincorrere Aretusa ammaliato dalla sua bellezza; lei si spaventò e chiese aiuto ad Artemide che la aiutò a fuggire lontano, in Sicilia, sull’isola di Ortigia, dove la Dea, per proteggerla, la trasformò in una fonte.
Zeus, al quale il giovane chiese aiuto, commosso dal dolore di Alfeo, decise di deviare il corso del fiume facendolo passare sotto al mare Ionio dalla Grecia fino ad Ortigia.
Dopo questa “prova d’amore” Aretusa capì che il sentimento di Alfeo era sincero e se ne innamorò a sua volta; a questo punto Artemide scavò una caverna sotto la fonte cosi da permettere per l’eternità lo scorrere insieme delle acque di Alfeo e Aretusa.
Al centro di questo laghetto sorge una grande pianta di papiro come se ne trovano solo nella valle del Nilo.
In Europa è l’unica a crescere spontaneamente ed ancora oggi gli studiosi si dividono fra chi pensa che fu un regalo da parte di qualche ospite egiziano in epoche antiche e chi pensa che sia nata da sola.
GIRO IN BARCA
Un modo per avere un punto di vista diverso e indimenticabile di Ortigia è fare un giro in barca intorno all’isola.
CURIOSITÀ ICONOGRAFICHE
La pigna
Passeggiando per Siracusa e, ancor di più, entrando in qualche casa o negozio di souvenirs vi capiterà sicuramente di imbattervi in pigne di tutte le dimensioni e colori.
A volte fanno parte dell’architettura e svettano su balconi o su cancelli di entrata , altre volte potete trovarle in casa come soprammobili (spesso vicino a porte o finestre) o utilizzate come fermacarte.
Conoscendo questo significato simbolico così ancora sentito dai siciliani, trovo che sia uno dei regali migliori che si possano portare dalla Sicilia.
Le teste di moro

Sempre camminando per la città, alzando la testa nei balconi o abbassandola sui tavolini dei souvenirs non potrete non imbattervi nelle famose teste di moro.
Dietro questi vasi o micro-vasetti (a seconda delle dimensioni) c’è una peculiare leggenda: si narra che, in quel di Palermo, una giovane ragazza siciliana molto amante delle piante incontrò un bel moro che si innamorò subito di lei e che, dopo molta insistenza, riuscì ad ottenere l’amore della bella ragazza.
La felicità durò poco perché ben presto la ragazza scoprì di essere stata ingannata e che il bel moro aveva moglie e figli e si accingeva a tornare da loro in Oriente.
Scoperto l’imbroglio la giovane si infuriò tanto che tagliò la testa al moro e ne fece un vaso che espose in balcone ed in cui piantò una pianta di basilico che iniziò a crescere rigogliosa; il vaso colpì molto i vicini per la sua bellezza e tutti iniziarono a volere vasi a forma di testa di moro.
Per questo ancora oggi, passeggiando per le città siciliane, spesso nei balconi ci imbattiamo in bellissimi vasi in ceramica a forma di testa di moro.
SPIAGGE
Le spiagge intorno a Siracusa sono molto belle e credo che meritino una visita in qualunque periodo dell’anno, anche in inverno, quando non c’è nessuno; sono perfette per una passeggiata in una giornata di sole. I punti di mare più belli sono tutti verso sud.
Intorno a Siracusa la maggior parte della costa è rocciosa per cui munitevi di scarpette da scoglio! C’é la località di Plemmiro che è molto bella.
Andando ancora verso sud incontriamo il bellissimo punto di mare “Arenella”, per quanto il nome richiami la sabbia, quest’anno questa parte della costa è quasi tutta roccia, ho chiesto in un bar e mi hanno detto che ogni 2/3 anni il mare si ritira e poi avanza per cui, a seconda degli anni, potete trovare una spiaggia di sabbia o rocce comunque piatte e stupende.
C’è sempre un piccolo punto che rimane con la sabbia e si divide in un grande stabilimento organizzato a pagamento e una piccola spiaggia libera; sono le prime spiagge di sabbia che si incontrano uscendo da Siracusa verso sud per cui, nei mesi più caldi, sono anche fra le più affollate. L’acque è meravigliosa.
Procedendo verso sud arriviamo alla famosa spiaggia di Fontane Bianche, per quanto sia enorme e suddivisa fra spiaggia libera e vari stabilimenti a pagamento, se ci andate ad agosto rischiate di non trovare 30 cm liberi di sabbia o un lettino disponibile che non sia in ultima fila. L’acqua è spettacolare e la spiaggia ben attrezzata.
Proseguendo verso sud arriviamo alla spiaggia Gallina, vicino Avola, questa spiaggia si divide in una parte con un po’ di scogli in mare e in una con tutta sabbia, io consiglio quella con gli scogli, c’è un passaggio in acqua per cui non sono necessarie nemmeno le scarpette e lì dietro c’è un ottimo bar/ristorante. Acqua stupenda anche qui.
Scendendo ancora più a sud ci troviamo nella riserva naturale di Vendicari, mi fermo qui perché siamo già a 50 km da Siracusa, ma scendendo ancora più a sud si incontrano spiagge stupende fino all’isola delle Correnti.
La spiaggia di Vendicari è meravigliosa, ha un ecosistema molto ricco tanto da essere oasi faunistica soprattutto per quanto riguarda la presenza di uccelli come fenicotteri, aironi e cicogne. C’è anche una vecchia tonnara a rendere il paesaggio ancora più suggestivo. Posto stupendo da visitare tutto l’anno.
COSA VISITARE
PARCO ARCHEOLOGICO DELLA NEÀPOLIS
Dal punto di vista archeologico Siracusa offre un magnifico complesso monumentale fra i più grandi ed interessanti di tutto il Mediterraneo (240.000 mq): Il Parco Archeologico della Neàpolis.
Situato nella parte nord-occidentale della città moderna, è un tesoro inestimabile del nostro patrimonio culturale.
Il parco fu creato negli anni 50 per proteggere le tante testimonianze archeologiche che sorgevano in una zona dalla forte espansione edilizia della città, oggi infatti la Siracusa moderna gli si sviluppa tutta intorno.
Il territorio protetto è composto da Necropoli a Grotticelle, Latomie, Grotta del Ninfeo, Via dei Sepolcri, Ara di Ierone II e Teatro Greco, Anfiteatro Romano, Chiesa di San Nicolò ai Cordari e ancora altro, un ventaglio cronologico di più di 2000 anni (approssimativamente dal 1000 a.C. al 1100 d.C.).
Il complesso monumentale sorge sul colle Temenite (temenos in greco significa “santuario”) perché su questo colle era presente, in età arcaica, un santuario dedicato ad Apollo.
Sembra che la zona fosse stata abitata già da molto prima, alcune tombe a grotticelle (tholos) ritrovate sul colle risalgano addirittura all’età del Bronzo e sono stati rinvenuti all’interno di alcuni sepolcri manufatti riconducibili alla civiltà micenea (1600-1150 a.C.).
La presenza di testimonianze di civiltà e stili greci in epoca così antica prova che ci furono contatti fra la Sicilia e la Grecia molto prima del periodo “coloniale” della Magna Gracia che risale all’VIII sec. a.C.
Necropoli a grotticelle
In questa necropoli si trovano tombe del periodo siculo, greco e romano fra cui la “Tomba di Archimede”.
Latomie
Sono una serie di cave di pietra e si trovano nella parte nord/orientale del parco non lontano dalla Necropoli.
La Latomia del Paradiso è la più grande e al suo interno si aprono delle grandi cavità chiamate Orecchio di Dionisio, Grotta dei Cordari e Grotta del Salintro.
La tradizione narra che il tiranno siracusano Dionigi o Dionisio (405-367 a.C.) usasse questa cava come prigione. Questa latomia ha una caratteristica conformazione che le dona speciali qualità acustiche: il suono infatti viene trasportato fin all’esterno e si narra che così il tiranno Dionisio ascoltasse le conversazioni dei suoi prigionieri.
Grotta del Ninfeo
La Grotta del Ninfeo è una piccola caverna artificiale, all’interno vi è una fonte alimentata da un acquedotto di epoca greca ed era il vestibolo in cui i gli attori e i musicisti si preparavano prima di esibirsi all’interno dell’adiacente Teatro Greco.
Via dei Sepolcri
È una strada lunga 150 metri che conduce alla cima del colle Temenite dove sorgeva l’antico santuario extra urbano dedicato ad Apollo. La via è circondata da pareti rocciose con suggestive edicole votive dedicate al culto dei morti.
Ara di Ierone II
Quest’Ara (altare) di 198 metri di lunghezza e 22 di larghezza è la più grande conosciuta nel mondo greco.
Sorge sulla parte bassa del monte Temenite e sembra che fosse stata eretta in omaggio a Giove Liberatore (Zeus Eleutherios), in onore del quale si celebrava la festa delle Eleutheria. Porta il nome di Ierone II, tiranno di Siracusa dal 270 al 215 a.C.
Questa è una testimonianza dell’importanza della Siracusa greca in cui troviamo opere difficilmente riscontrabili in altre zone della Magna Grecia.
Oggi resta solo la base perché scavata nella roccia, mentre la parte superiore edificata con blocchi di pietra, fu demolita nel XVI° secolo dagli spagnoli.
Teatro Greco
Il Teatro Greco, quasi interamente scavato nella roccia, sorge alla base del colle Temenite ed è stato costruito nel V sec. a.C, rifatto nel III sec. a.C e modificato in epoca romana.
Nel XVI secolo molte parti furono asportate al fine di utilizzare i blocchi di pietra per la costruzione delle fortificazioni spagnole della città. Ancora oggi vi si rappresentano tragedie greche come fece Eschilo nel V sec a.C. in un’atmosfera a dir poco suggestiva.
Anfiteatro romano
Scavato nella roccia è una preziosa testimonianza della prima età imperiale romana (I sec. a.C.-V sec. d.C.). A sud dell’Anfiteatro sorgeva un grande arco (arco di Augusto) alto circa 13 metri. Oggi rimangono solo le fondamenta di questa struttura che fungeva da ingresso alla parte monumentale romana di epoca augustea.
Chiesa di San Nicolò ai Cordari
Questa costruzione risale all’epoca normanna (XI secolo) e oggi rappresenta l’ingresso del parco archeologico.
La chiesa è costruita su una piscina di epoca romana costruita a sua volta su una latomia di epoca greca; la piscina serviva, in epoca romana, da serbatoio d’acque per riempire il vicino Anfiteatro e poter così creare spettacoli nautici.
È dedicata ai cordari (coloro che fabbricavano corde) che lavoravano nelle latomie della Neapolis.
La manutenzione di questo vero e proprio tesoro del nostro patrimonio artistico/culturale a volte lascia un po’ a desiderare.
Vale comunque sicuramente la pena di visitare questo parco archeologico, ma fa male al cuore vedere come sia spesso abbandonato a erbacce e incurie.
La cultura è fondamentale per il futuro del nostro paese, abbiamo la fortuna di essere nati in un posto così ricco e dovremmo veramente fare attenzione a tramandare questa ricchezza alle generazioni future.
CATACOMBE
Dopo il complesso catacombale di Roma, quelle di Siracusa sono le più importanti ed estese. Si distinguono in: Catacombe di San Giovanni, di Vigna Cassia e di Santa Lucia.
Le catacombe di San Giovanni sono le uniche aperte al pubblico.
MUSEO ARCHEOLOGICO “PAOLO ORSI”
Il museo è dedicato ad un periodo che va dalla preistoria all’età romana e offre una collezione molto importante a livello europeo.
Il museo è suddiviso in quattro settori:

COME ARRIVARE
L’aeroporto più vicino è quello di Catania: Aeroporto Internazionale Catania-Fontanarossa e si trova a più o meno tre quarti d’ora di auto dalla città di Siracusa.
Per visitare la Sicilia è meglio, quando possibile, affittare una macchina e dentro l’aeroporto si trovano gli sportelli delle maggiori compagnie di autonoleggio.
Consiglio sempre di prenotare l’auto su internet in anticipo e di recarsi allo sportello solo per ritirare la macchina.
DOVE DORMIRE
Siracusa è una città abbastanza piccola, con il centro storico su un’isola. La viabilità dentro Ortigia è poco pratica, molte zone sono pedonali, le strade sono poche e strette e credo che trovare posto per l’auto sia impossibile, per questo ci sono dei grandi parcheggi a pagamento all’entrata dell’isola.
Per cui, per chi fosse in macchina, consiglio di pernottare fuori da Ortgia, nella parte finale di Corso Umberto I o nella zona di piazza del Pantheon; sono aree molto buone in cui dormire e si raggiunge Ortigia a piedi con una piacevole passeggiata di 5 minuti.
Io ho preferito stare lì per praticità, se non avessi avuto la macchina sarei sicuramente andata in centro dove ho visto hotel molto carini.
A Siracusa purtroppo ho riscontrato lo stesso problema degli Airbnb che ritrovo sempre più spesso nei centri delle più belle città europee e su cui ho scritto un articolo specifico per non stare sempre a ripetermi: La controversa “Questione Airbnb”.
DOVE MANGIARE
Tre giorni di certo non rendono giustizia alla ricchezza culinaria di Siracusa per cui non basterebbero tre mesi! Nella mia breve esperienza ho avuto comunque modo di sperimentare ottimi posti.
Per la colazione o merenda consiglio di provare la brioche con la granita nella gelateria Bianca che si trova nel parchetto alla fine di Corso Umberto I, una prelibatezza!
O in alternativa prendere qualunque pietanza nella pasticceria/rosticceria Midolo sempre su Corso Umberto I ma un po’ più verso l’entrata di Ortigia, lì andate sul sicuro perché è tutto buonissimo.
Per quanto riguarda i ristoranti ne ho provati due: Onda Blu, fuori da Ortigia (sempre raggiungibile a piedi in 10 minuti) è un ristorante di pesce molto buono che offre specialità della cucina di mare siciliana a prezzi onesti.
Dentro Ortigia ho mangiato a Ortigia Fish bar, un piccolo ristorantino di pesce (consiglio di prenotare) che fa piccole porzioni cosi da poter provare più pietanze di pesce anche queste ottime e un po’ più moderne, quasi come fosse un food track.
Infine mi è stato consigliato il ristorante A Putia, non ho avuto tempo di andarci, ma ci sono passata più volte davanti e credo che valga la pena, qui non si può prenotare per cui consiglio di andarci in periodi calmi.
E per finire una bevanda tipica: lo “sgriccio”. All’entrata di Ortigia noterete vari chioschi pieni di limoni, tutti offrono questo “bicchierone” a base di limone, acqua frizzantissima e sale, molto dissetante e dunque ottima in estate quando il caldo non da tregua nemmeno di sera.
CONCLUSIONI MUSICALI
Per le conclusioni musicali mi sento libera di spaziare in tutta la Sicilia e metto qui uno dei miei artisti preferiti: Franco Battiato.
“Gli uccelli” mi sembra una canzone onomatopeica come se la musica e le parole riproducessero il suono e la pace del volo degli uccelli, magari proprio in Sicilia e poi una delle mie canzoni preferite, “Nomadi” che descrive in poesia l’inquietudine che a volte i viandanti provano. Approfondirò Franco Battiato quando parlerò della sua amata provincia di Catania.